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Riassunto: Gli indifferenti

di Alberto Moravia
Riassunto:

Tema del romanzo è l'angoscia esistenziale delle generazioni cresciute al tempo della Grande guerra, l'indifferenza come sentimento di crisi, d'incapacità di comunicare, di consapevolezza della propria inutilità.
L'impianto della narrazione è realistico: l'ambiente dell'elegante borghesia romana del quartiere dei Parioli venne minuziosamente descritto con un linguaggio crudo e impassibile. L'azione si svolge in soli due giorni, pieni di rituali noiosi e inutili chiacchiere da salotto, offese e ripicche reciproche, il rito del pranzo, un ballo ecc. che compongono la commedia della falsità borghese. Quattro sono i protagonisti: Mariagrazia Ardengo, vedova, il suo mante Leo Merumeci, e i due figli della donna, Carla e Michele. Questi ultimi colgono con disagio il rapporto ambiguo e ormai stanco che corre tra l'uomo e la madre, ma fingono di non sapere, per puro opportunismo. Infatti Mariagrazia non rinuncerebbe mai alle buone forme e ha bisogno del sostegno economico di Leo per mantenere, almeno in apparenza, il decoro della famiglia.
Leo però approfitta della situazione per insidiare la giovane Carla. Michele se ne accorge e tenta di ribellarsi, decidendo di uccidere il seduttore della madre e della sorella. Immagina perfino i particolari della scena, ma al momento decisivo la sua pistola è scarica.
per disattenzione o per passività? In realtà, nel profondo, non sussistono in lui veri motivi d'indignazione. Carla da parte sua vorrebbe cambiare vita, vincere la noia, ma non riesce a uscire dalla medesima passività che attanaglia suo fratello. Durante la festa per il suo ventiquattresimo compleanno, Leo la fa ubriacare per approfittare di lei.
Durante l'incontro amoroso, la ragazza rimane vittima di un vomito isterico: è la sua ultima resistenza.
Poi cederà all'uomo, calcolando i benefici economici della nuova situazione.
Emerge intanto il ruolo di Lisa, la vecchia amante di Leo, deformata nel corpo e nello spirito, ma di cui Mariagrazia e assai gelosa. Lisa però mira non a Leo, bensì a Michele. Alla fine Mariagrazia accetta l'inevitabile: Leo sposerà Carla, mentre Michele cederà alla corte assillante di Lisa.


Analisi del testo
Un omicidio mancato tratto da Gli indifferenti è una delle più suggestive per mettere a nudo la cinica amoralità del protagonista del romanzo. Michele, deciso a vincere la sua indifferenza con un atto risolutivo, si sta avviando ad uccidere Leo. Nel suo mondo di apatia, dove i valori più sacri come la rettidudine, l'onore, il rispetto per la vita umana sono diventati concetti vaghi, egli ha la convinzione di compiere un atto eroico che vendicherà l'onore di sua madre e di sua sorella.
Lungo la strada la sua fantasia si eccita nell'immaginare lo svolgimento di quel dramma che gli par di vedere come in una sequenza cinematografica di cui lui è l'eroico protagonista. Ma quando l'azione dovrebbe diventare reale, si tramuta in una farsa e la pistola rimane puntata senza sparare in mano allo pseudo-assassino che si è dimenticato di caricarla. Beffa della sorte e risoluzione grottesca di un dramma: la vita di Michele e quella di Leo continueranno a scorrere con la loro consuetudine di compromessi e di basezze. Interessante lo stile narrativo, con un linguaggio scarno e antiretorico.
Questo episodio da Gli indifferenti ci farebbe sorridere se non fosse espressione di un misero fallimento morale che affonda ancor più il protagonista Michele nel suo avvilimente e ce lo rende odioso e disprezzabile. La preparazione dell'omicidio di Leo, azione deprecabile in sé, ma espressione, nel contesto del romanzo, di una ritrovata dignità, ci aveva fatto sperare che Michele, l'indifferente, avesse trovato la forza per un'azione decisa che mettesse fine ai compromessi avvilenti di tutta la sua famiglia. Non è lecito uccidere, è vero, ma Michele non poteva rimanere passivo di fronte l'arrogante cinismo di Leo nei confronti di sua madre e di sua sorella: doveva fare qualcosa e aveva scelto la soluzione più drastica, forse la più facile.
Si, perchè è più facile premere un grilletto che imporre la propria volontà, più facile non guardare neanche l'avversario in faccia e sparare, piuttosto che dover sostenere il peso di una discussione, di un chiarimento, di una virile posizione di condanna. Michele aveva, comunque, trovato il coraggio di una soluzione, ma l'ironia della sorte l'aveva vanificato. E in quella pistola senza proiettili, in quella commedia inutile si risolve tutto il suo coraggio: sente <<il lamentoso desiderio di certe lontanissime carezze materne>>, si abbandona e, mentre la vampata di sdegno si dissolve, tutto torna come prima, nel compromesso e nella rassegnata indifferenza. La narrazione è esemplare per la vivacità con cui ci fa vivere tutto il dramma interiore di Michele, la preparazione psicologica del suo delitto, quel prevedere e prevenire gesti e interrogativi del suo rivale per essere pronto ad ogni evenienza... Ma è così accurata la sua preparazione psicologica che dimentica... quella pratica!



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